Nel rallentamento dell’economia italiana, si è di nuovo aperta la frattura territoriale tra Nord e Sud, con il rischio che il mezzogiorno ripiombi nella recessione da cui lentamente era uscito.
Da quanto si legge nel Rapporto Svimez, nel 2019, “l’Italia farà registrare una sostanziale stagnazione, con incremento lievissimo del Pil del +0,1%. Al Centro-Nord dovrebbe crescere poco, di appena lo +0,3%. Nel mezzogiorno, invece, l’andamento previsto è del -0,3%.
I segnali di rallentamento apparsi in Europa nella prima metà del 2018 hanno quasi cancellato le prospettive di crescita nell’intera area. L’Italia ha subito un rallentamento che ha riallargato la forbice rispetto al resto dei paesi europei. Siamo l’unico paese, a parte la Grecia, che non ha ancora recuperato i livelli pre crisi.
C’è un problema evidente, un doppio divario: quello del bel paese nei confronti dell’Unione Europea, e quello del Sud a confronto con il Nord Italia. Gli emigrati dal Sud tra il 2002 e il 2017 sono stati oltre due milioni, di cui 132.187 nel solo 2017. Di questi ultimi 66.557 sono giovani.
La ripresa dei flussi migratori è la vera emergenza meridionale, ma attenzione, negli ultimi anni l’emergenza si è via via allargata anche al resto del paese con un numero di emigrati verso l’estero sempre più alto.