Tommaso Laquintana, ormai tutti abbiamo imparato a conoscerlo in città, quella Brescia che lo sta rilanciando in termini di ambizioni e che lo ha accolto non a braccia aperte, di più. Laquintana, classe 95, nato a Monopoli, la sua Puglia, dove ha iniziato la carriera cestistica prima di esordire tra i grandi.
I grandi appunto, tra loro è stato lanciato ai tempi dell’Orlandina, Capo d’Orlando è stata la prima città che ha conosciuto nel basket, e lo ha lanciato verso quello che oggi sta diventando. Dopo il prestito a Biella e il ritorno in Sicilia, Tommaso fa tappa a Pistoia, ed è li che incrocia per la prima volta coach Esposito.
Dopo l’esperienza Pistoiese, dove lega con lo stesso coach ex Caserta, è la Leonessa Basket Brescia di Andrea Diana ad accogliere il giovane play. Arrivato in punta di piedi Laquintana inizia a farsi conoscere in particolare per il suo attaccamento, per la foga e la grinta su ogni pallone, cose che da queste parti piacciono parecchio.
Sportivamente parlando, non fu una grande stagione quella del play, ma neanche quella di Moss e compagni. In un’estate però cambia tutto, Laquintana ritrova a Brescia il SUO coach, suo perché se si parla di carisma, e coach Enzino ne ha da vendere, non si può non pensare a come i due siano strettamente legati.
Laquintana in 4 partite disputate ha fatto vedere passi in avanti enormi, un giocatore più maturo, più completo. Ci disse che Esposito è un vantaggio, perché “So già cosa pretende da me”, e allora ecco che le medie in quattro partite sono di 9 punti in 18 minuti sul parquet, con il 63% da due e il 100% da tre, con 2 rimbalzi di media a partita, 1 assist e 2 palloni recuperati.
Non male per chi parte dalla panchina. Ma Tommaso è così, silenziosamente si sta ritagliando un posto nel cuore dei tifosi, in quello del coach e infine in quello dei compagni.