Anche se ci fossero i fondi necessari (e in realtà non ci sono), mancherebbero gli autisti. È questo il paradosso del trasporto pubblico locale, evidenziato nel giorno d’inizio dell’anno scolastico dal presidente dell’Agenzia Tpl di Brescia Giancarlo Gentilini ai microfoni di Èlive.
Ogni settembre il suono della prima campanella è accompagnato da qualche nodo da sciogliere. I due onnipresenti sono insegnanti e, per l’appunto, i trasporti. Problemi strettamente legati e che vanno a influenzarsi l’uno con l’altro.
“Anche quest’anno la partenza non sarà agile però confidiamo, con l’aiuto delle aziende, di poter avere un assetto del servizio ragionevole – spiega Gentilini – Teniamo conto che la scuola oggi non parte con orari definitivi e con tutte le cattedre piene, ma piuttosto necessiterà di un servizio un poco costruito a guanto”.
Oltre a ciò ci sono le endemiche carenze di un settore che, solo lo scorso lunedì, ha scioperato con un alta adesione e quindi con grossi disagi per gli utenti visto il mancato rinnovo del contratto di lavoro. Se negli scorsi anni l’ostacolo più grande erano i fondi non sufficienti, oggi c’è un’altra barriera che si pone ancor prima rendendo secondario quello che un tempo era il vulnus principale.
“La disponibilità economica non è stata ridotta nel tempo, anzi è leggermente aumentata anche se non sufficientemente da compensare l’inflazione – aggiunge Gentilini – Le risorse quindi si abbassano comunque. Oggi però, anche se avessimo più risorse, non saremmo in grado di spenderle perché mancano gli autisti. È un po’ un cane che si morde la coda”.