Sfogliando il rapporto Pendolaria 2023 di Legambiente, il trasporto ferroviario italiano non ne esce bene. Secondo l’associazione infatti, nonostante timidi miglioramenti, il trasporto su ferro della penilosa rimane indietro rispetto ad altri Paesi europei. Sebbene a strappar la prima pagina sia ancora il profondo gap fra nord e sud, criticità non mancano anche nei nostri territori.
Fra le linne peggiori d’Italia non ve ne sono di bresciane, ma viene citata all’interno di un generale degrado delle linee parmensi la Brescia-Parma.
“Lunga 92 km, la linea gestita da Trenord viene percorsa a soli 46 km/h di media e vede il passaggio di meno di 30 treni giornalieri (neppure un treno l’ora durante l’arco della giornata) – si legge in merito – il materiale rotabile è tra i più vecchi della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, con infiltrazioni di acqua nei vagoni e costanti ritardi, in special modo per
i convogli della mattina e quindi quelli dei pendolari, con soppressioni per guasti e sovraffollamento delle carrozze. Anche molte delle stazioni si trovano in uno stato estremo di degrado”.
Senza scendere nei dettagli, viene in ogni caso segnalata una certa carenza nelle linee periferiche della regione. E subito non possiamo che pensare alla disastrata Brescia-Cremona o alla Brescia-Iseo-Edolo.
Per quest’ultima è stata annunciata ormai da tempo la completa conversione all’idrogeno, azione verso la quale Legambiente (o i suoi circoli locali) non ha mai nascosto profondi dubbi: “Rischia di essere l’ennesima perdita di tempo e soldi”.