Era il 28 gennaio 1921 quando Gabriele D’Annunzio metteva per la prima volta piede a villa Cargnacco. Folgorato dalla bellezza del luogo, appena tre giorni dopo deciderà di affittarla e successivamente comprarla definitivamente il 31 ottobre dello stesso anno. “Sento che è là che il mio destino mi spinge ad abitare” aveva scritto il poeta soldato dopo la visita fugace.
Inizia quindi la ricorrenza del centenario di quello che è poi diventato il Vittoriale degli Italiani, la casa museo del Vate che negli anni in cui fu di sua proprietà plasmò a suo gusto e sua immagine con l’aiuto dell’architetto Gian Carlo Maroni. Nasce così un luogo entrato nella leggenda, uno scrigno di cimeli e ricordi unico al mondo che tutti prima o poi nella vita hanno visitato.
“Il modesto edificio divenne, mese dopo mese un vero e proprio cantiere a cielo aperto – ha dichiarato il presidente della Fondazione Giordano Bruno Guerri ricostruendo quegli anni – una fabbrica dove si sperimentava l’ardito talento del proprietario che le dedicava buona parte del suo tempo”.
Oggi, al di là dello stop imposto dal covid, il Vittoriale è uno dei musei più visitati d’Italia. Dal 2008 si è arricchito di nuove esposizioni permanenti e dal 2013 sono state riaperte al pubblico alcune zone del parco, con l’inserimento di opere d’arte. La speranza è di poter tornare presto a godere di quest’opera immensa, magari in tempo per festeggiare il suo secolo di vita.