Con la Belt and Road Initiative (BRI) che ha ottenuto nuovo slancio lo scorso anno in occasione del suo decimo anniversario, l’Ungheria guarda avanti per approfondire la sua cooperazione con la Cina, ha dichiarato un funzionario ungherese.
Durante una recente intervista esclusiva con Xinhua, il ministro per l’Economia nazionale ungherese Marton Nagy ha affermato che la parte ungherese è desiderosa di collaborare ulteriormente con la Cina in materia di commercio estero, investimenti di capitale, infrastrutture, logistica, intelligenza artificiale e nuova energia, tra gli altri settori.
I due Paesi hanno goduto di una relazione stabile, basata sulla fiducia e il rispetto reciproci, ha sottolineato Nagy.
Il ministro ha dichiarato che nel 2023 l’Ungheria è stata in grado di attrarre un totale di 13 miliardi di euro in investimenti diretti esteri, di cui circa 8 miliardi di euro provenivano da investimenti cinesi.
Anche la cooperazione tra l’Ungheria e la Cina nel settore finanziario ha compiuto grandi progressi, ha aggiunto.
Ha citato l’esempio di Bank of China, presente in Ungheria dalla metà degli anni Ottanta e che ha scelto Budapest come sua sede per l’Europa centrale ed orientale. Inoltre, molte istituzioni finanziarie cinesi hanno stabilito o sono in procinto di stabilire filiali o uffici rappresentativi in Ungheria.
L’Ungheria è il primo Paese europeo ad aver firmato un documento di cooperazione Belt and Road con la Cina. Negli ultimi anni, la BRI si è sinergizzata più strettamente con la politica di Apertura verso l’Est dell’Ungheria, potenziando la cooperazione pratica bilaterale nel commercio, negli investimenti, nelle finanze e in altre aree.
Sottolineando la rilevanza globale dell’iniziativa, Nagy ha affermato che la BRI dà energia al commercio globale e alla cooperazione economica tra i Paesi partner.
L’Ungheria partecipa attivamente alla BRI, ha detto, notando che la ferrovia Budapest-Belgrado, un progetto di punta della BRI, non solo beneficia i due Paesi, ma facilita lo sviluppo economico dell’intera regione.
Citando la robusta prestazione economica della Cina, Nagy ha dichiarato che il successo economico della Cina è una buona notizia considerando l’influenza dell’economia cinese sull’economia globale.
La Cina sta procedendo nella giusta direzione basandosi sul suo pensiero strategico, ha detto, evidenziando come esempio lo sviluppo di successo dell’ecosistema dei veicoli elettrici (EV) da parte della Cina.
Sviluppando contemporaneamente pannelli solari, stazioni di ricarica, auto elettriche e batterie, il pensiero strategico della Cina è la ragione del suo successo, ha dichiarato.
Parlando dell’industria cinese degli EV, Nagy ha espresso preoccupazione per l’attuale indagine anti-sovvenzioni avviata dall’Unione Europea.
“Ora temiamo che alcuni Paesi possano avere la sciocca idea di imporre tariffe sulle auto elettriche cinesi”, ha detto il ministro, notando che il protezionismo è sempre stato un vicolo cieco. “Il protezionismo è una brutta strada, specialmente in termini di auto elettriche”, ha detto.
Il produttore di batterie cinese Contemporary Amperex Technology Co. Limited (CATL) e EVE Energy, così come il produttore di EV BYD, lavorano a piani per impianti produttivi in Ungheria.
L’investimento che è arrivato con la crescita dell’industria cinese degli EV è stata un’opportunità, ha notato Nagy, aggiungendo che dando spazio alle aziende cinesi, l’Ungheria è diventata un polo per la produzione di auto elettriche e batterie. (Xin)
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