Usura, estorsione e riciclaggio. Sono le accuse che lo scorso ottobre avevano portato all’emissione di 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere.
Era la prima tranche” dell’inchiesta alla quale nelle scorse ore è seguita la “seconda tranche” con altri 7 analoghi provvedimenti. E nella specifico, due ordinanze in carcere, tre agli arresti domiciliari e altre due interdittive dell’attività imprenditoriale.
Secondo gli investigatori si tratterebbe di un sodalizio criminale legato ad esponenti di note famiglie di matrice ‘ndranghetista operanti in Lombardia, in particolare sulla sponda bresciana del Lago di Garda.
Dall’indagine delle Fiamme Gialle sarebbe emerso che i proventi dell’evasione fiscale venivano monetizzati all’estero e, attraverso un sistema di passaggi volti a ostacolare la provenienza illecita del denaro, riciclati a favore dei committenti.
Questo giro sarebbe stato accertato almeno in due circostanze: a marzo del 2020, in pieno lockdown, la Squadra Mobile di Brescia ha intercettato e sottoposto a sequestro denaro contante per oltre 487.000 euro, trasportato da corrieri attraverso il valico del Brennero, e nel luglio dello stesso anno, quando è stato operato un ulteriore sequestro di contante per oltre 170.000 euro nei confronti di un nullatenente di nazionalità straniera.
L’operazione è stata condotta dalla Squadra Mobile di Brescia con la 1^ Divisione del Servizio Centrale Anticrimine della DCA della Polizia di Stato e il Nucleo di Polizia di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Brescia, coordinate dalla Procura di Brescia