“Sarà una buona annata. Le prove in campo svolte con il rifrattometro sui chicchi d’uva, hanno evidenziato che è ancora prematuro parlare di vendemmia, non inizieremo prima del 16 agosto e speriamo che il tempo non faccia brutti scherzi, l’ideale sarebbe ancora una giornata di pioggia, buona la qualità dell’uva e ci aspettiamo un’ ottima annata”. Un quadro chiarissimo (e soprattutto positivo) quello tracciato da Francesca Faccoli, enologa e titolare della cantina Faccoli di Coccaglio.
Non sono certo mancati i guai a causa dei forti temporali, dell’eccesso di pioggia e poi del gran caldo. Fattori che hanno portato a problemi fitosanitari come ad esempio la peronospora che ha colpito a macchia di leopardo la nostra provincia. Una sfida che però “i viticoltori bresciani, con attenti interventi fitosanitari e agronomici, sono riusciti a contenere il patogeno sotto la soglia di guardia, senza creare danno alla produttività, a scapito però di un aumento dei costi di produzione” ha spiegato il responsabile provinciale del settore vitivinicolo di Coldiretti Brescia Simone Frusca.
L’incontro alla Cantina Faccoli è stato occasione utile per una valutazione anche degli aspetti economici: mercato stabile o in leggero aumento rispetto al 2022 – spiega Coldiretti Brescia – volumi di vendita in aumento del 12% circa rispetto al periodo prepandemico e +28% in termini di fatturato. Aumento anche del prezzo medio della bottiglia con un +5% rispetto al 2022 e +12% dal 2019. Il mercato interno è in leggera flessione rispetto al 2022, rappresenta circa l’80/85% del venduto, export circa 15/20%. Export in crescita rispetto al 2022, incremento di oltre il 20% rispetto al 2019. Infine prezzi delle uve in lieve aumento.
“Situazione positiva per tutta la filiera – interviene Laura Facchetti presidente di Coldiretti Brescia – il settore vitivinicolo bresciano non si colloca fra le prime province per quanto riguarda la quantità ma sicuramente gli è riconosciuto un primato relativamente alla qualità del prodotto con denominazioni d’eccellenza. Interessante anche valutare le tendenze che si riscontrano negli ultimi anni, il mercato sta premiando il metodo classico, in particolare il Franciacorta, i vini bianchi fermi che all’interno della nostra provincia si stanno distinguendo in varie denominazioni e anche i vini rosati si stanno esprimendo con delle buone performance, in particolare quelli del lago di Garda”.
Brescia conta quasi 7.000 ettari di vigneto con un valore di produzione che si attesta a oltre 500 milioni per una produzione che per oltre il 95% è destinata a bottiglie di qualità con denominazione DOC, DOCG e IGT. È un settore trainante altresì per il valore della filiera, dalla produzione alla trasformazione fino alla vendita anche attraverso il canale della vendita agevolata tramite i consorzi.
Importanti le azioni da porre in campo, insieme alle istituzioni e alla politica, per valorizzare ancora di più il settore: “è necessario agire in modo tempestivo sul fronte delle richieste al nuovo Parlamento e alla nuova Commissione europea – conclude la presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti – abbiamo già parlato della riduzione della complessità amministrativa, ma dobbiamo anche insistere perché venga adottata una politica sanitaria pragmatica e basata sulla scienza per quanto concerne per esempio la realistica riduzione degli agrofarmaci e l’assurdità dell’utilizzo di etichette con diciture negative che non permettano di capire che un consumo moderato di vino è salutare mentre è dannoso l’abuso di alcol”.