Era stato celebrato in grande l’aeroporto D’Annunzio di Montichiari. Era il marzo 1999 quando l’allora Presidente del Consiglio Massimo D’Alema inaugurò la struttura costruita in tempi brevissimi. Solo due anni ci vollero per deliberare e costruire l’aeroporto che non ha mai ottenuto gli obiettivi prefissati.
Nemmeno quando nel 2002, nacque una nuova società, la D’Annunzio con Catullo, società veronese socio all’85% e il restante 15 suddiviso tra Provincia di Brescia e Camera di commercio. In poco tempo parecchie compagnie aeree decisero di volare altrove: Meridiana, Gandalf, Ryan Air per citarne alcune.
Qualche piccola soddisfazione l’aeroporto l’ha ottenuta solamente dal settore cargo, ma come ha sottolineato il direttore generale Enac Alessio Quaranta, la visione è stata poco chiara, condita da scelte inadeguate.
Dopo vent’anni di vita, lo scalo non è cresciuto. Difficile che l’ente revochi la concessione e apra una nuova gara, come auspica l’ambiente commerciale bresciano, ma la Catullo ora deve fare di più. La società ha presentato solo ora un piano di sviluppo dello scalo. Piano considerato tardivo dall’Enac che ora vuole vedere risultati concreti. Tra gli interventi più importanti per lo sviluppo c’è il prolungamento della pista fino a 3500 metri. L’ente nazionale aviazione civile nel frattempo avvierà una procedura per valutare i rischi di Impatto Ambientale.