Si procede nel lungo rituale che porterà all’insediamento della nuova legislatura e del nuovo governo, in quest’ordine. Giovedì sarà la volta dei parlamentari eletti: alle 10 è convocata la Camera, mezz’ora più tardi il Senato. Per la prima volta con numeri ridotti visto che i deputati saranno 400 e i senatori 200 (cui bisgona aggiungere quelli a vita).
Si tratta del primo atto formale della XIX Legislatura e rappresenta anche un primo banco di prova poltico per la coalizione di centrodestra, proclamata vincitrice dalle urne. Una prova che dovrebbe essere tutto sommato tranquilla visti i numeri.
Il primo passaggio istituzionale sarà invece l’elezione dei due Presidenti delle camere. Alla Camera, dopo l’istituzione dell’Ufficio provvisorio di Presidenza, della Giunta delle elezioni provvisoria e la proclamazione degli eletti, prenderà il via la votazione a scrutinio segreto. In attesa del nuovo nome, la seduta sarà presieduta dal vice presidente anziano nella scorsa legislatura Ettore Rosato. Nelle prime tre votazioni servono i due terzi delle preferenze, dalla quarta in poi basta la maggioranza assoluta (201 voti).
A presidere la seduta di palazzo Madama dovrebbe essere il senatore più anziano che è il presidente emerito Giorgio Napolitano. Visti i problemi di salute dovrebbe però cedere lo scranno alla seconda per anzianità Liliana Segre. In questo caso, fin dalla prima votazione, basta la maggioranza assoluta compresi i Senatori a vita per eleggere un Presidente. Significa 104 voti e alla luce dei numeri l’elezione potrebbe essere celere. In caso contrario la terza votazione sarà a maggioranza assoluta computando le schede bianche e ove necessario a un ballottagio fra i due più votati.
Si passerà poi alla formazione dei gruppi e all’elezione dei capigruppo nel fine settimana. Infine, con le tessere al loro posto, prenderanno il via le consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo.