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Vittime del lavoro, sindacati: “Si muore come 50 anni fa”

foto d'archivio

“L’ennesimo infortunio sul lavoro accaduto stamattina deve accendere l’attenzione sulla strage che ormai da anni si verifica nei luoghi di lavoro”. Èl’inevitabile grido dall’allarme lanciato dalla Fiom e dalla Cgil della ValleCamonica, Sebino e Brescia dopo il nuovo infortunio mortale avvenuto a Darfo Boario Terme.

Un bilancio sempre più drammatico che da inizio anno a oggi conta 26 morti, di cui due in altettanti giorni, nella nostra provincia.

“Dobbiamo purtroppo registrare che si muore oggi nei luoghi di lavoro esattamente come si moriva cinquant’anni fa – aggiungono i sindacati – sebbene il nostro paese sia dotato di normative all’avanguardia in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, è palese che queste non vengano concretamente applicate se non dal punto di vista formale”.

Allora ritornano i classici nodi da sciogliere: formazione che parta dal basso, aumento dei controlli (che poi significa colmare la carenza di ispettori, medici e tecnici della sicurezza) e regolamentazione degli appalti per evitare i subappalti a cascata.

Dello stesso tenore sono parole e richieste del segretario provinciale di Sinistra Italiana Brescia Luca Trentini: “Una situazione diventata ormai insostenibile – ha dichiarato – Nel porgere le nostre condoglianze a tutte le famiglie colpite crediamo sia opportuno agire concretamente per prevenire tali tragedie. Formazione sulla sicurezza, utilizzo dei presidi preventivi, ma anche e soprattutto controlli. L’Ispettorato del lavoro di Brescia risulta essere pesantemente sotto organico e i controlli quasi inesistenti. Non possiamo continuare a piangere vittime e ad assistere inermi ad una situazione non degna di un paese civile”.

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