Studi e ricerche online fatte per agire sul campo. In dodici facciate la Corte d’assise ha motivato la condanna a 6 anni di carcere inflitta il 23 gennaio a Anas El Abboubi, 27enne di origine marocchina morto in Siria mentre difendeva i vessilli dell’Isis. Un amore mai nascosto da Anas che su internet aveva cercato a più riprese come ricaricare kalashnikov oppure come costruire ordigni esplosivi artigianali, anche comandati a distanza.
El Abboubi faceva ricerche su armi e ordigni perché voleva usarli in guerra. Il 27enne che viveva a Vobarno con i genitori aveva rapporti con esponenti dell’estremismo islamico. Molto attivo sul blog Sharia4, più volte aveva tentato la fuga verso il Belgio e l’Inghilterra per incontrare i predicatori più noti dello Stato Islamico.
Anas El Abboubi, inoltre, si presentò in questura chiedendo l’autorizzazione a manifestare contro gli Stati Uniti e dare fuoco alla bandiera di Israele. Tutti gesti che fanno pensare a qualcosa di più che a un semplice interesse o un’acquisizione di informazioni.